Oggi 18 Marzo 2021 è la prima “Giornata nazionale in memoria di tutte le vittime dell’epidemia da coronavirus”.

Una data non scelta a caso, un anno fa, in questo stesso giorno, abbiamo assistito alla marcia dei mezzi militari lungo le strade di Bergamo trasportanti le salme delle vittime. Allora il numero complessivo dei decessi si aggirava attorno a 2.978 di cui 475 registrati in quelle terribili e tragiche 24 h.

Che cosa è cambiato?

A distanza di un anno l’Italia si trova ad essere il sesto Paese al mondo per numero di morti da Covid con più di 103 mila vittime. Uno scenario terrificante, il più alto tasso di mortalitá registrato dal secondo dopoguerra, secondo il rapporto Istat e dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS).

Sí, ma non vanno considerati soltanto i numeri.

Le dinamiche nelle relazioni, le esperienze interiori ed esteriori, che ciascuno di noi ha vissuto sulla propria pelle, in modo unico e autentico, non sono inserite nei grafici, non si possono quantificare eppure anche quelle si sono trasformate e ci hanno cambiato.

Gli elementi che prima componevano la cornice della nostra quotidianitá sono stati cancellati dal virus, ma la cosa incredibile è che volgendo lo sguardo verso il passato siamo in grado di percepire di aver fatto qualcosa di eroico: la pandemia  non ci ha impedito di andare avanti. Siamo riusciti a reinventarci,  abbiamo riorganizzato la nostra vita, abbiamo cercato di vedere la luce.

Attraverso l’esercizio della resilienza, la capacitá di adattamento, siamo tornati ad essere noi gli artefici del cambiamento. Abbiamo imparato a vivere in questo tempo tragico, abbiamo cercato di  realizzare un futuro a misura d`uomo, un futuro che miri al benessere della comunitá intera, perché è proprio il senso di appartenenza che ci fa sentire vivi e ci permette di gridare: ”no, io non mi fermo!”.

Questi mesi ci hanno messo alla prova e, purtroppo, ancora siamo dentro alla terza ondata, ma di una cosa siamo certi: l’unione fa la forza. Prendendoci cura gli uni degli altri, facendo attenzione ai piú fragili, rendendo questo nostro mondo una casa aperta a tutti… questa è la strada, questa è la possibilità di futuro che abbiamo!

“Non possiamo abbracciarci, ma questo è il giorno in cui dobbiamo sentirci tutti ancora più uniti”.

(Mario Draghi)

 

Marta Carraro